Motivi di salute, come il diabete, o di linea hanno portato alla diffusione di dolcificanti alternativi allo zucchero, alimento molto calorico e cariogeno. Un sostituto naturale, che abbiamo già visto, è il fruttosio. Ma esistono anche dolcificanti artificiali (aspartame e saccarina), conosciuti anche come edulcoranti di sintesi dal potere calorico molto basso.
Nati, inizialmente, per venire incontro alle esigenze dei diabetici, si sono ben presto diffusi anche nella preparazione di molti alimenti dietetici. Una delle loro caratteristiche principali è quella di avere un potere dolcificante molto elevato e ne bastano piccole quantità per addolcire un alimento o una bevanda. Rispetto al fruttosio, altro dolcificante alternativo allo zucchero ma naturale, i dolcificanti di sintesi non si trovano in natura ma vengono sintetizzati in laboratorio. In particolare, l'aspartame ha un potere dolcificante 200 volte superiore allo Zucchero, mentre la saccarina addirittura 450-600 volte superiore.
UN PO' DI STORIA. Studi dimostrano che gli esseri umani sono portati a preferire i sapori dolci e ad evitare quelli amari. Grazie a questa che, può essere definita una predisposizione fisiologica, i primi uomini riuscivano a distinguere elementi vegetali nutritivi da quelli nocivi per l'organismo. Una forte preferenza per i sapori dolci rimane per tutta l'infanzia e si attenua, poi, verso la fine dell'adolescenza. Nel corso della storia sono state utilizzate diverse sostanze alimentari, come miele e frutta, per addolcire il cibo, mentre in epoca moderna è lo zucchero di canna o di barbabietola a farla da padrone tra i dolcificanti. Il primo edulcorante ipocalorico, di origine artificiale, è la saccarina che è stata scoperta nel 1879 da Constantin Fahlberg. Forse non è noto a tutti che la saccarina è stata utilizzata come sostituto dello zucchero nei periodi in cui questo scarseggiava, come è il caso della prima guerra mondiale. Per oltre un secolo, però, la saccarina è rimasta nell'ombra salvo ritornare in auge quando la Searle introdusse sul mercato l'aspartame. Con il passare del tempo ai problemi di sotto nutrizione e malnutrizione, nel mondo occidentale, si sono sostituiti problemi opposti come il sovrappeso e l'obesità. Chi soffre di questi disturbi deve ridurre l'apporto calorico e per farlo si rivolgono a edulcoranti artificiali dal ridotto potere calorico e in grado di dolcificare in piccole quantità.
FANNO BENE? L'OMS consiglia di non superare il 10% delle calorie totali attraverso il consumo di zuccheri, mentre per un diabetico il saccarosio non dovrebbe superare il limite del 5% dell'apporto clorico quotidiano. Un consumo eccessivo di questo dolcificante potrebbe aumentare alcuni rischi, come quello di cadere nella trappola dell'obesità. Per questo i dolcificanti artificiali sembrerebbero avere tutte le carte in regola per essere risolutivi rispetto al problema dell'obesità. Ma è molto ottimistico sperare di tenere sotto controllo l'assunzione calorica solo utilizzando dolcificante artificiale nel caffè a fine pasto. Serve moderazione soprattutto nell'alimentazione in generale. E valgono le regole ormai canoniche di curare l’alimentazione in maniera sana e moderarsi a tavola non fa certo male.
Oggi i dolcificanti artificiali si trovano tranquillamente nei supermercati on line. E si trovano anche nei diversi formati in commercio (barattolo, sacchetto, bustine, pastiglie monodose)