Labna è un food blog che contiene ricette etniche molto particolari: i suoi creatori, Benedetta Jasmine e Manuel, hanno origini rispettivamente libiche ed egiziane, terre dalle forti tradizioni culinarie che hanno ispirato i due ragazzi. Scopriamo con una piccola intervista come nasce questa bellissima idea e come si sviluppa un blog così particolare.
1) Jasmine parlaci un po' di te e di Manuel: chi siete, da dove venite, le vostre passioni...
Io mi chiamo Jasmine, ho 29 anni, ho studiato Lettere e lavorato per un bel po' come Digital Marketing e E-Commerce Specialist. Nel lontano 2009 ho iniziato a scrivere di cucina e per molto tempo l'ho considerato solo un hobby, ma da ormai un anno scrivere e fotografare ricette è il mio lavoro a tempo pieno.
Manuel, l'altra metà di Labna, ha provato a laurearsi in architettura, ma la passione per l’informatica ha preso il sopravvento, così è diventato development manager. Ha due bambini tenerissimi, per i quali prepara pranzetti squisiti, sempre accompagnati da pane fatto in casa.
2) Come è nata la tua passione per la cucina?
Cucinare mi è sempre piaciuto un sacco: credo di aver seguito le orme di mia mamma, che è una cuoca eccezionale. Al di là delle ricette che mi ha insegnato, credo che attraverso i suoi gesti mi abbia trasmesso l'idea che il cibo sia uno strumento per esprimere affetto per le persone che ci stanno vicine. Ancora oggi, poche cose mi fanno sentire amata come una torta fatta in casa la domenica mattina, o una buona zuppa calda quando ho un brutto raffreddore.
3) Venite da due terre diverse e con tradizioni culinarie diverse: come avete fatto combaciare le due cose per la creazione del blog? L'Italia ha influenzato la vostra cucina?
Quando io e Manuel abbiamo aperto il nostro blog, non pensavamo di occuparci specificamente di cucina ebraica: scrivevamo un po' di tutto, ricette dolci e salate, italiane e internazionali. Col tempo però abbiamo notato un enorme interesse verso la nostra cultura e la nostra religione (in Italia non ci sono molti ebrei e generalmente la gente non sa molto di ebraismo), così abbiamo iniziato a parlarne più diffusamente e abbiamo riscontrato un entusiasmo da parte dei nostri lettori che proprio non avevamo previsto. Così siamo diventati "quelli della cucina ebraica", in effetti l'unico blog in Italia specializzato in ricette kasher.
Le nostre famiglie vengono rispettivamente dalla Libia (Jasmine) e dall’Egitto (Manuel), e anche se viviamo a Milano ormai da una generazione, siamo fieri di custodire le preziose ricette dei nostri antenati e di condividerle con i lettori del blog.
4) Il vostro blog ha un nome un po' particolare: puoi illustrarci il significato?
Il blog si chiama Labna perchè la labna è il cibo preferito di Manuel. E' un formaggio mediorientale che si prepara in casa, a base di yogurt. La ricetta è in sè elementare: serve solo un canovaccio di cotone a trame strette, in cui lasciare lo yogurt (intero o magro, come preferite) a scolare. Una volta pronta, la labna si condisce con abbondante olio rigorosamente extra vergine, sale e spezie a piacere.
5) Tra tutte le ricette che pubblichi, qual è la tua preferita, quella che più ti appassiona preparare?
Questa domanda è facilissima, non ho dubbi: la mia ricetta preferita in assoluto è quella della challah, il pane intrecciato che si prepara ogni venerdì per onorare lo Shabbat, il giorno del riposo. La challah è un pane a forma di treccia molto simile al pain brioche, ma è un po’ meno dolce, più compatto e non contiene latticini. All’inizio di Shabbat, subito dopo il tramonto del sole, gli ebrei recitano una preghiera, il kiddush, in cui si rende grazie a Dio di aver creato il mondo e di essersi riposato nel settimo giorno; durante il kiddush si benedicono il vino e il pane, la challah appunto.
6) Cosa consiglieresti agli aspiranti food blogger?
Secondo me il tempo dei blog è un po' passato: in tutta onestà, non raccomanderei a nessuno di aprire un blog, senza esperienza, dall'oggi al domani: c'è un sacco di competizione ormai, le aspettative sono alte, e se non si ha un talento enorme o una storia proprio proprio eccezionale da raccontare si rischia di mettere un sacco di impegno e rimanere nel più completo anonimato. Se oggi dovessi fare qualcosa da zero, mi concentrerei piuttosto sui social, come Instagram, oppure sul formato video.