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Verdure di stagione di ottobre: 5 ortaggi che non possono mancare sulla tua tavola

Posted by Emanuele Salvato on 15-Sep-2017 10.58.20

Consumare verdura di stagione, abbiamo visto, è un ottimo modo per mantenersi in salute assumendo vitamine e sostanze nutrienti attive, ma è anche un modo per contribuire al rispetto dell'ambiente in cui viviamo, riducendo sprechi energetici, e, ultimo ma non meno importante, rappresenta anche una strategia virtuosa utile a far risparmiare denaro.

E, a proposito di stagionalità delle verdure, vediamo quali sono e quali caratteristiche hanno cinque ortaggi tipici dell'imminente mese di ottobre, simbolo dell'ingresso nell'autunno. Ortaggi che possiamo ritrovare anche negli scaffali virtuali dei supermercati on line.

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Il Sedano:

Il sedano è un prodotto autoctono del Mediterraneo, regione dove si è sviluppato fin dall'antichità (utilizzato nel Medioevo addirittura come antidepressivo naturale), per diffondersi poi in altri continenti.

La differenza in colore delle diverse coltivazioni si traduce in un importante indicatore delle proprietà nutrizionali: la tipologia bianca, infatti, è più povera di quella verde in nutrienti ed in particolare di vitamina A. Il sedano è ricco di potassio e sono tra l’altro le foglie (e non le coste) le parti contenenti la maggior quantità di nutrienti, in particolare di vitamina A, C, ferro e calcio.

Anche i semi sono ricchi di sostanze nutritive, con una grande varietà di sali minerali (calcio, magnesio, fosforo, potassio, ferro e zinco) e proteine, fibre e grassi insaturi. Rispetto alla varietà a coste, il sedano-rapa è inoltre più ricco (quasi il doppio) di fibre e proteine.Il sedano ha buone proprietà diuretiche e depurative, oltre che di rimedio per la pressione alta.

Due sono le principali tipologie di sedano:

– il sedano a coste, con gambi lunghi e croccanti,

– il sedano-rapa (conosciuto anche come sedano di Verona), con radici molto grandi.

Del sedano sono le coste che troverai più in comune nelle ricette. Una buona scoperta, però, è il ricorso alle foglie e anche ai semi per la preparazione di alcuni piatti, in particolare per insaporire brodi e zuppe.

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La zucca:

 

Originaria dell’America centrale, la zucca è molto presente nella cucina e nella tradizione anglosassone anche a livello di tradizione slegata da aspetti culinari come dimostra l'utilizzo che ne viene fatto per Halloween. Anche in Italia la zucca è molto utilizzata in cucina.

La zucca è povera in calorie, grassi e sodio mentre contiene una buona quantità di fibre, vitamina A e B. In aggiunta, si rivela una buona miniera di alcuni sali minerali (ferro, potassio), così come i suoi semi.

A turbante, grigia, gigante, lunga, marina, piena. Di Napoli, Bologna, Chioggia e Albenga. Diversi sono i riferimenti alle tante varietà ormai diffuse nel nostro paese. Con dimensioni, colore e consistenza che possono variare, si può davvero dire che c'è una zucca per ogni gusto e ogni uso (anche solo ornamentale oppure come capiente recipiente di liquidi come lo yerba mate).

Se tenuta in un ambiente scuro, fresco e asciutto, la zucca può conservarsi anche per tutto l’inverno. Una volta aperta, tende invece a disidratarsi e va conservata in frigo ma solo per alcuni giorni. Una buona alternativa è congelarla, in particolare se prima appena bollita.

Tante sono le ricette in cui la zucca accompagna bene primi piatti (risotto) e secondi. Buona anche nella versione dolce della torta di zucca della tradizione americana.

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Il Finocchio:

 

E' originario del Medio Oriente ed è arrivato nel tardo Medioevo nel Mediterraneo dove ha trovato un ambiente ideale per crescita e sviluppo.

Il finocchio è noto per i benefici che appporta in caso di problemi intestinali, ma è utile anche in caso di emicrania e alta pressione sanguigna. Il suo alto contenuto di fitoestrogeni lo rende ideale nella terapia di alcuni disturbi femminili, in particolare durante la menopausa.

La varietà “dolce” è quella comunemente coltivata. C'è poi la versione selvatica – il “finocchietto” – che cresce spontaneamente nei campi incolti e che si usa per i fiori oltre che per i preziosi semi, tanto piccoli quanto aromatici.

Oltre che crudo nelle insalate, il finocchio va benissimo come contorno semplice e leggero: lesso oppure gratinato. Può essere conservato in frigo qualche giorno ma l’ideale è consumarlo fresco (e croccante!).

Il finocchietto invece insaporisce bene zuppe e minestre ed è tra gli elementi preferiti cui ricorrere alla sera per una tisana rilassante e digestiva con i fiori secchi.

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Il porro:

 

E' conosciuto, come la cipolla, da diversi secoli nella cucina mediterranea. Rispetto alla cipolla, il porro si contraddistingue per un gusto più dolce e più adatto a certi tipi di preparazioni.

Dal punto di vista nutrizionale è ricco di sali minerali, soprattutto ferro, e di vitamina C, fibre e proteine. Ha caratteristiche terapeutiche simili alla cipolla, ma risulta maggiormente ricco di calcio.

La Francia detiene i natali delle varietà più diffuse in Europa, con la qualità “invernale di Parigi” (con steli sottili e lunghi) a contendere la ribalta al porro “mostruoso di Carentan” (con stelli più grossi).

Del porro si possono consumare gli steli bianchi (che variano in lunghezza e dimensioni a seconda della varietà) e anche le foglie verdi che, pur se meno utilizzate, possono essere preparate per minestre. Queste ultime rilasciano tra l’atro le vitamine di cui sono particolarmente ricche, rispetto agli steli bianchi.

Il porro può essere utilizzato anche crudo in insalate o pinzimonio.

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La patata:

 

Come noto la patata è originaria dell'America meridionale e delle regioni andine ed è stata introdotta in Europa dopo la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo. Inizialmente veniva coltivata nei giardini e poi negli orti. La patata è usata anche fuori dalla cucina e può essere utile nel lenire pruriti e irritazioni della pelle.

L’elevato contenuto di amido (glucidi) rende la patata più calorica rispetto alla media delle verdure e degli altri ortaggi. A suo favore conta però un buon apporto di vitamine del gruppo B (B1, B2, B6) e C, oltre che di potassio. Basso è invece il contenuto proteico.

La presenza di solanina (tossina naturale) può rendere la patata dannosa e poco digeribile per l’uomo (niente di cui preoccuparsi sul serio però).

Diverse sono le qualità di patata che nel mondo si differenziano per forma, consistenza e colore. Tra le varietà più conosciute (e consumate) nelle cucine italiane, troviamo:

– la gialla piemontese, particolarmente farinosa e piuttosto adatta per alcuni piatti (come gli gnocchi di patate),

– la gialla francese, da preferire per la sua consistenza soda se si scelgono le patate fritte o bollite,

– la bianca, farinosa e ideale per il purè,

– la novella, più tenera e con buccia più fine (che va grattata).

Le patate possono essere conservate anche 4-5 mesi se tenute in ambienti bui, asciutti e riparati dal gelo. Difficile elencare le diverse varietà in cui prepararle in cucina. Anche nel paese dell’onnipresente pasta, la patata è riuscita a ritagliarsi una dignità propria non solo come contorno ma anche come vero e proprio piatto principale.

 

Topics: verdure di stagione, ottobre,

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